Due giorni fa, qualche minuto prima di cena, ho guardato un telegiornale... ho impiegato due giorni a digerirlo. Chi fosse passato lì vicino avrebbe potuto osservarmi impietrito, mentre ascolto con orrore la trasmissione delle telefonate dei poveri operai della Thyssen nel momento della tragedia. Gente che grida, persone vere che stanno per morire.
Il mio pensiero va subito a mia figlia, fortunatamente troppo piccola per capire certe cose. Poi mi figuro i poveri familiari degli operai di cui si udivano le voci, la loro sofferenza nell'udire i propri cari usati per puro business mediatico. Più tardi ho anche pensato che forse al loro posto non avrei mantenuto la loro dignità: sarei andato a Roma a sfasciare a sprangate l'ingresso della sede del telegiornale, sarei finito in carcere per questo.
Il servizio termina, lasciandomi basito, scandalizzato e pensieroso. Il servo giornalista passa al servizio successivo, e ci mostra un bel primo piano di Carla Bruni completamente nuda. Bello, la vita dopo la morte. La bellezza dell'estetica di una donna curata dopo la bruttezza dei corpi di operai carbonizzati.
Mi viene da vomitare. Spengo la televisione. Guardo mia figlia pensando che non voglio che lei tra qualche anno possa assistere ad un simile scempio della dignità dell'uomo. Il TG a casa mia non entrerà più. Le informazioni le trarremo da Internet, per quel che sarà possibile; insegnerò a mia figlia a fare altrettanto.
Basta. Basta. Basta.
Friday, March 28, 2008
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